FELICI A TUTTI I COSTI
di Michele Cassetta
Cos’è la felicità? L’Enciclopedia Treccani cita: “Stato d’animo di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo stato”. Allora la felicità ha a che fare con la serenità, che è definita, a sua volta: “Qualità, stato di ciò che è sereno”. Mah! Non faccio molti progressi e continuo a pensare che sia impossibile scriverne, spiegarla a parole e soprattutto raggiungerla con strategie e scorciatoie varie.
Forse sbaglio! Perché se digito la parola “felicità” sul motore di ricerca di qualunque libreria online viene fuori una lunghissima serie di titoli. Ognuno di questi libri è depositario di un metodo sicuro per farla propria. Noto che più i testi sono economici e di poche pagine, più garantiscono risultati certi e godono di vendite migliori, che rendono certamente felici le guide. Quindi trovare la strada per la felicità costa poco ed è veloce! Scopro autori che periodicamente scrivono un nuovo libro che spiega come fare. Mi domando se non lo hanno capito neppure loro come riuscirci o ogni volta perfezionano la ricetta? Ci vogliono felicissimi?
Ancora più ricca é l’offerta se mi avventuro nella ricerca di corsi e incontri che ci mettono faccia a faccia con la felicità: guru, motivatori, formatori, coach e gente comune, sono tutti pronti a illuminarci dal vivo e indirizzare il corso della nostra esistenza sulla strada di una felice serenità. Questi esperti ci assicurano che tutti possiamo fare tutto e che i limiti che la vita ci pone sono fatti per essere spazzati via. Tutti dobbiamo diventare felici e ci possiamo riuscire da soli, non abbiamo bisogno di nessuno e niente può ostacolarci nel conquistare questo diritto: non la povertà e l’abbandono, non la cattiveria degli altri, non la mancanza di salute, né il destino che rema contro.
Qualcosa non torna: perché guardandomi intorno vedo molte persone disorientate con poca felicità dentro. Che non abbiano ancora trovato il libro o il corso giusto? O forse è sufficiente il successo di uno solo su cento cercatori per rendere accettabile il fallimento degli altri novantanove?
Non so! Ma rifletto sul fatto che alcuni tra i più grandi poeti, scrittori, musicisti e filosofi dell’umanità sono stati profondamente infelici e questo loro stato ha arricchito lo spirito di altri. Mi chiedo se siamo ancora capaci di pensarci come specie umana e non solo come individualità assoluta. Dobbiamo necessariamente fare nostri e consumare soldi, emozioni, esperienze, cibo e felicità come se dopo di noi non dovesse esserci più niente e nessuno? Riflettiamoci, perchè alcuni studi iniziano a dimostrare che essere ossessionati dal diventare felici ci rende persone più tristi.
Nel dubbio, ho comprato qualche libro sull’argomento. Hai visto mai…